SENTENZE IN MATERIA PENALE

Bar aperto nonostante le restrizioni contro il COVID-19: non è reato: solo illecito amministrativo.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n 8370 del 10.11.2021 depositata l’11 marzo 2022, ha ritenuto di non ravvisare nessun reato nella condotta della ristoratrice che ha tenuto aperto il locale in piena pandemia. In sostanza il Supremo Collegio ha accolto la tesi secondo la quale il dl 19/2020 prevede l'esclusione dell'applicabilità dell'art. 650 c.p.

DIRITTO DI VISITA DEL GENITORE NON COLLOCATORIO E REATO DI STALKING

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 10904/2020 si è pronunciata in merito alla sussistenza del reato di stalking, nel caso in cui una persona ponga in essere atti vessatori e persecutori nei confronti della ex convivente, con la motivazione di vedere il figlio.
Più precisamente, nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha escluso che le condotte vessatorie poste in essere dall'imputato fossero dirette esclusivamente ad esercitare il proprio diritto di avere rapporti affettivi e di frequentazione con il figlio minorenne, nato dalla precedente relazione avuta con la madre dello stesso.
Non si può quindi invocare alcuna scriminante, come l'avere agito nell'esercizio di un diritto o nell'adempimento di un dovere inerenti alla condizione di genitore, laddove le condotte vessatorie contestate, siano dirette esclusivamente nei confronti della ex convivente, madre del figlio, e siano prive di alcun nesso con la condizione di genitore dell'imputato e della parte offesa, quindi evidentemente non finalizzate ad incontrare o ad avere notizie del figlio da parte dell'autore delle stesse.

GUIDA IN STATO DI EBBREZZA E TARATURA DELL'ETILOMETRO

Il verbale dell’accertamento effettuato mediante etilometro deve contenere l'attestazione che il c.d. alcoltest è stato preventivamente sottoposto alla prescritta ed aggiornata omologazione ed alla indispensabile corretta calibratura.
Con sentenza del 21.09.2020 n. 26314 la IV sezione della Corte di Cassazione ha ribadito il principio che spetta alla Pubblica Amministrazione l’onere di allegazione, ovvero fornire la prova dell'omologazione dell'etilometro e della sua sottoposizione alle verifiche periodiche previste.
Tuttavia spetta alla difesa l'onere di fornire la prova circa la sussistenza dei vizi dello strumento utilizzato, oppure l'utilizzo di una errata metodologia nell'esecuzione dell'aspirazione, non essendo sufficiente la richiesta di depositare la documentazione attestante la regolarità dell'etilometro o la mera allegazione di difettosità o assenza di omologazione dell'apparecchio.
Quindi, con la suddetta sentenza la suprema Corte si è limitata ad indicare le verifiche alle quali gli etilometri devono essere sottoposti per poter essere omologati ed adoperati, ma non prevede nessun divieto la cui violazione determini espressamente l'inutilizzabilità delle prove acquisite.

LA COLTIVAZIONE DOMESTICA DI STUPEFACENTI

Le Sezioni Unite Penali, con la pronuncia n. 12348/2020 si sono espresse sul quesito alle stesse posto, ovvero se sia o no ammissibile coltivare piante, dalle quali siano estraibili sostanze stupefacenti, nella propria abitazione per un uso esclusivamente personale e non naturalmente ai fini di spaccio.
Per Ii giudici di legittimità, non rientrerebbero nell'ambito di applicazione della norma penale, e quindi non configurerebbero il reato di coltivazione di stupefacente, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore.
Quindi, non rientra nell’ambito del penalmente rilevante la coltivazione domestica, capace di generare prevedibilmente una modestissima quantità di stupefacente per scopo di consumo personale
Ne consegue che la punibilità della condotta di coltivazione di piante da stupefacente è esclusa o dalla classificazione domestica, o dalla incapacità delle piante già maturate di produrre sostanza drogante o, infine, dalla inadeguatezza delle modalità di coltivazione che fanno ragionevolmente ritenere che le piante non ancora mature non saranno in grado di produrre principio attivo con effetto stupefacente.

OMESSO VERSAMENTO MANTENIMENTO FIGLIO: TENUITÀ DEL FATTO

La Corte di Cassazione con la pronuncia n. 22523 del 27 luglio 2020 ha ribadito un principio più volte affermato, ovvero che non può applicarsi la causa di esclusione per particolare tenuità del fatto al reato di cui all’art. 570 co 2 c.p., in relazione all’art. 12 sexies l. n. 898 del 1970 e all’art. 3 L. n. 54 del 2006, con particolare riferimento all’omesso versamento nei confronti di figli minori delle somme stabilite dal Tribunale.
E’ infatti esclusa la causa di esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto, qualora la condotta omissiva si manifesti attraverso reiterate omissioni nel versamento del contributo al mantenimento dei figli minori, dovendosi intendere l’abitualità del comportamento, come un fatto ostativo al riconoscimento del beneficio, rendendo così irrilevante la particolare tenuità di ogni singola azione od omissione.

VICINI DI CASA: MOLESTIE

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 3259 del 29.07.2020 ha confermato la condanna per molestie ex art. 660 cp del vicino di casa che aveva inciso dall’esterno una croce sulla persiana in legni dell’abitazione della vittima e aveva durante le ore di riposo serali provocato in modo ripetuto e non occasionale rumori molesti.

ACCESSO AL RITO ABBREVIATO

Il Tribunale di Piacenza con ordinanza datata 16.06.2020 rinvia gli atti alla Corte Costituzionale in quanto ritiene contrastante con la Carta Costituzionale, in particolare per contrasto con i principi di uguaglianza, di presunzione di non colpevolezza e di ragionevole durata del processo, la normativa che impedisce l’accesso al rito abbreviato nei procedimenti aventi ad oggetto reati puniti con l’ergastolo.

STALKING E SOCIAL NETWORK

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 45141 depositata il 06.11.2019 ha affermato di stalking può anche configurarsi nel caso di continue molestie effettuate anche mediante messaggi e post diffusi sui social network. Tali condotte avevano creato nella vittima un perdurante stato di ansia e di paura che ha inciso sulle sue abitudini di vita.
.

COLTIVAZIONE DI STUPEFACENTI

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 12348 depositata il 16.04.2020 ha affermato che il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile. È sufficiente che la pianta sia conforme al tipo botanico e che per la sua attitudine possa giungere a maturazione e produrre sostanza stupefacente. Devono escludersi, però, le coltivazioni di minima quantità svolte in forma domestica.

IN TEMA DI VIOLENZA SESSUALE

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 10074 depositata il 16.03.20 ha precisato che il Giudice nel reato di violenza sessuale deve tenere conto dell’intero contesto in cui il contatto si è sviluppato nonché della dinamica intersoggettiva.

MANCATA VISITA DA PARTE DELLA GUARDIA MEDICA

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 8377 depositata in data 02.03.2020 ha precisato che la condotta della guardia medica che non viola l’obbligo di effettuare la visita domiciliare, invitando il malato a rivolgersi al 118, pur a fronte di una situazione di emergenza rappresentata dal soggetto, integra il reato di omissione di atti d’ufficio ex art. 328 cp.
La Corte precisa che il Giudice è chiamato a valutare i limiti del sindacato del medico di turno, al quale è rimessa la valutazione dell’opportunità e dell’urgenza di ciascuna chiamata nonché della scelta di effettuare o meno la visita conseguente. Tale scelta, infatti, deve essere giustificata in base alle circostanze del caso concreto e alle condizioni organizzative del servizio.

DATI INFORMATICI E APPROPRIAZIONE INDEBITA

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 11959 depositata il 10.04.2020 ha affermato che integra il delitto di appropriazione indebita la sottrazione definitiva di “dati informativi” o “file”, mediante duplicazione successiva cancellazione da un personal computer aziendale affidato all’indagato per motivi di lavoro.
La Corte precisa che i file possono essere qualificati come cose mobili ai sensi della legge penale in quanto trovano la loro dimensione fisica nella estensione e nella porzione di memoria occupata. Inoltre, i file sono suscettibili di operazioni tecniche attraverso il sistema operativo (ad es. creazione, modifica, copiatura, cancellazione).
.

GUIDA IN STATO D’EBREZZA

La Corte di Cassazione nella sentenza del 30.04.2020 n. 13493 ha precisato che la polizia giudiziaria, ai sensi degli artt. artt. 354 e 356 c.p.p, ha l’obbligo di avvertire il conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia nel momento in cui viene avviata la procedura di accertamento strumentale all’alcolemia. L’inosservanza di tale obbligo, nel caso di effettuazione dell’accertamento, ne comporta l’inutilizzabilità. La Corte precisa che tale facoltà deve essere contemperata con l’urgenza e l’indifferibilità dell’accertamento strumentale, esigenza che esclude il diritto del difensore nominato ad essere avvisato preventivamente e il dovere della polizia giudiziaria di attendere l’arrivo dello stesso. Ciò non comporta che l’indagato non possa mettersi in contatto con il difensore e neppur impedisce al legale di essere presente nel caso in cui si trovi nelle vicinanze dei luoghi.

IN TEMA DI OCCUPAZIONE ABUSIVA

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 3436 del 28.01.2020 ha precisato che il pagamento delle utenze domestiche e dell'indennità non regolarizza l'occupazione abusiva di un immobile in quanto il delitto si è già perfezionato con l’abusiva introduzione nell’appartamento e la destinazione del medesimo a propria dimora. Inoltre, la Corte ha affermato che l'illecita occupazione di un immobile non è scriminata dallo stato di necessità nelle ipotesi di difficoltà economica permanente della famiglia.

OFFESE IN CHAT DI GRUPPO: DIFFAMAZIONE O INGIURIA?

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 10905/2020 ha sancito che non punibile l’offesa rivolta a una persona all’interno di una chat vocale di gruppo. La Corte ha ritenuto che in tali casi non è configurabile il reato di diffamazione, ma quello di ingiuria – aggravata dalla presenza di più persone –, reato che è stato ormai depenalizzato.

VIOLENZA SESSUALE AGGRAVATA

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 10596/2020 ha precisato che non è configurabile l’aggravante dell’uso di sostanze se l’alcool o la droga sono stati assunti spontaneamente dalla vittima. Pertanto, se la droga era stata assunta dalla vittima senza alcuna istigazione o agevolazione da parte dell'imputato deve escludersi che questi abbia costretto o indotto la prima a compiere o subire atti sessuali con l'uso di sostanze alcoliche o stupefacenti.

MALTRATTAMENTI E CUSTODIA CAUTELARE

Con la sentenza n 10661/20 depositata il 26.03.2020, la sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale del Riesame e confermata la custodia cautelare in carcere per un uomo gravemente indiziato per aver “posto in essere nei confronti (della compagna … ndr) una serie di condotte aggressive e minatorie a partire dal 2016, allorché la prendeva a pugni sulla testa durante il periodo di gravidanza perché si era opposta al fatto che andasse ad acquistare droga». I Giudici della Suprema Corte hanno quindi ritenuto credibili le dichiarazioni della persona offesa, pur in assenza di certificazioni mediche e ritenuto assolutamente persistenti, anche in ragione delle modalità di esecuzione dei maltrattamenti, le esigenze cautelari.
.

STALKING A MEZZO FACEBOOK

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 45141/2019 ha ribadito che sussiste il reato di stalking per il soggetto che reiteratamente offende, molesta e minaccia una danna e i propri familiari con post pubblici sul social network Facebook.

OPERAZIONI INESISTENTI E AUTORICICLAGGIO

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 6397 del 25 ottobre 2019 (depositata il 18 febbraio 2020) ha sancito che la ricezione da parte di un soggetto delle somme versate quale pagamento di fatture inesistenti per abbattere il carico d’imposta può integrare il delitto di autoriciclaggio.

CONDANNATE CON FIGLI AFFETTI DA DISABILITA’ GRAVE

La Corte Costituzione con la sentenza n. 18 del 2020 ha dichiarato costituzionalmente illegittima la disciplina della detenzione domiciliare speciale nella parte in cui non prevede la possibilità di concedere il beneficio suddetto anche nei confronti delle madri condannate con figli affetti da disabilità grave.
La finalità di tale istituito è quella di tutelare il soggetto debole e garantirgli un adeguato sviluppo che potrebbe essere pregiudicato dall'assenza di una figura genitoriale.

ATTIVITA’ STRAGIUDIZIALE ED ESERCIZIO ABUSIVO DI PROFESSIONE

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 46865 del 26 settembre 2019 ha evidenziato che ai fini della configurabilità del delitto di esercizio abusivo della professione forense assume rilevanza anche l’attività professionale stragiudiziale e di consulenza se svolta in modo continuo, sistematico ed organizzato.

INOSSERVANZA PROVVEDIMENTO CONTIGIBILI ED URGENTI

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 20417 del 21 febbraio 2018 ha evidenziato che l’inosservanza di provvedimento dell’autorità integra la contravvenzione prevista nell’art. 650 cp solo nel caso in cui si tratti di provvedimento contingibile ed urgente adottato in situazioni non previste da alcuna specifica norma. 

SUSSISTENZA DELLA CONTRAVVENZIONE EX ART. 650 CP

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 7405 del 01 febbraio 2018 ha sancito che non sussiste il reato previsto e punito dall’art. 650 cp nel caso in cui l’ordinanza contingibile ed urgente sia stata emessa da un responsabile comunale anziché dal sindaco. Infatti, il potere attribuito al sindaco di emettere ordinanze contingibili ed urgenti per prevenire ed eliminare gravi pericoli per l’incolumità dei cittadini non è in alcun modo delegabile.

REATO DI EPIDEMIA

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 48014 del 30 ottobre 2019 ha evidenziato che l'evento tipico del reato consiste in una malattia contagiosa che, per la sua spiccata diffusività, si presenta in grado di infettare, nel medesimo tempo e nello stesso luogo, una moltitudine di destinatari, recando con sé, in ragione della capacità di ulteriore espansione e di agevole propagazione, il pericolo di contaminare una porzione ancor più vasta di popolazione. Da ciò discende che le forme di contagio per contatto fisico sebbene non estranee alla nozione di diffusione di agenti patogeni non costituiscono di regola antecedenti causali di detto fenomeno.

EPIDEMIA COLPOSA NON E’ CONFIGURABILE A TITOLO DI OMISSIONE

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 9133 del 12 dicembre 2017 ha stabilito che non è configurabile la responsabilità per omissione in tema di delitto di epidemia colposa ex art. 438 cp in quanto la norma prevede una condotta commissiva a forma vincolata ossia “mediante la diffusione di germi patogeni”. Tale condotta a forma vincolata risulta pertanto incompatibile con il disposto di cui all’art. 40 secondo comma cp che è riferibile esclusivamente alle fattispecie a forma libera. 

UTERO IN AFFITTO

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 2173 del 2018 ha precisato che la madre è responsabile del delitto di cui all’art. 71 l. 183/1984 per essersi prestata consapevolmente alla consegna del proprio figlio anche in assenza di un compenso economico, in quanto tale elemento non è necessario per la configurazione del reato..

PRELIEVI DAL CONTO DEL BENEFICIARIO E PECULATO

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 58237 del 2018 ha precisato che si configura il rato di peculato nel caso in cui l’amministratore di sostengo abbia trattenuto per sé, o malversato somme provenienti dal conto del beneficiario, che il predetto avrebbe dovuto tutelare e proteggere. Inoltre, la Corte ha statuito che non rileva né la scusante dell’aver tenuto dette condotte su richiesto dello stesso beneficiario, in quanto quest’ultimo risultava avere già da tempo una riduzione della capacità decisionale, né lo stato di bisogno dell’a.d.s. Ed ancora, sussiste l’elemento soggettivo del dolo, atteso che la stessa avrebbe presentato in banca per i predetti prelievi decreti del G.T. da lei contraffatti

ABBANDONO DI MINORI

Nella sentenza n. 27705/2018 i Giudice della Corte di Cassazione ha statuito che lasciare la figlia minore sul seggiolina nell'auto chiusa per andare a fare la spesa configura il reato di abbandono di minori, in quanto la condotta della madre non era idonea a neutralizzare i pericoli a cui la piccola veniva esposta, in particolare a quello della mancanza di aria.

AGGRAVANTE DELLA RELAZIONE AFFETTIVA

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 11604 del 14.03.2018 ha ribadito che non è necessario che la vittima prospetti espressamente e descriva con esattezza uno o più eventi alternativi del delitto, potendo la prova di essi desumersi dal complesso degli elementi fattuali altrimenti acquisiti e dalla condotta stessa dell'agente. Pertanto, l'evento deve essere il risultato della condotta persecutoria valutata complessivamente e la reiterazione degli atti deve ritenersi elemento unificante ed essenziale della fattispecie di reato. In tale sentenza, i Giudici di Cassazione hanno statuito che è applicabile l’aggravante della relazione affettiva, prevista dall’art. 612-bis, comma 2 cp, anche nel caso di relazione senza convivenza.

PUBBLICAZIONE FOTO SU FACEBOOK DI ALTRA PERSONA: SOSTITUZIONE DI PERSONA

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 4413/2018 ha affermato che integra il rato di sostituzione di persona il soggetto agente che pubblica sul profilo social “Facebook” la foto di altre persone.

AUTO BLOCCA IL PASSAGGIO

Con la sentenza n. 5358/2018 la Corte di Cassazione ha affermato che integra il delitto di violenza privata la condotta dell’automobilista che per ripicca occupa la strada per impedire il passaggio. I Giudici di legittimità evidenziano che "il requisito della violenza si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l'offeso della libertà di determinazione e di azione. Pertanto, anche la condotta di chi ostruisca volontariamente la sede stradale per impedire ad altri di manovrare nella stessa realizza l'elemento materiale del reato in questione".

RUBARE LE OFFERTE DEI FEDELI IN CHIESA CONFIGURA FURTO AGGRAVATO

La corte di Cassazione nella sentenza n. 5348/2018 ha affermato che è configurabile l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede, se l’agente sottrae denaro dalla cassetta delle offerte in Chiesa. Gli Ermellini ricordano che "la circostanza aggravante dell'esposizione alla pubblica fede, prevista dall'art. 625, n. 7, c.p. sussiste anche nel caso in cui la cosa si trovi in luoghi privati, ma aperti al pubblico e sia soggetta a sorveglianza saltuaria, posto che la ragione dell'aggravamento consiste nella volontà di apprestare una più elevata tutela alle cose mobili lasciate dal possessore, in modo temporaneo o permanente, senza custodia continua (cfr. ex multis, Cass. n. 9245/2015).” Pertanto, non vi è dubbio sulla configurabilità dell’aggravante.

ACCESSO ABUSIVO AD UN SISTEMA INFORMATICO

Con sentenza n. 41210/2017, le Sezioni unite penali della Corte di cassazione hanno sancito che integra il delitto previsto dall’art. 615-ter, secondo comma, n. 1, cod. pen. la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio che, pur essendo abilitato e pur non violando le prescrizioni formali impartite dal titolare di un sistema informatico o telematico protetto per delimitarne l’accesso, acceda o si mantenga nel sistema per ragioni ontologicamente estranee e comunque diverse rispetto a quelle per le quali, soltanto, la facoltà di accesso gli è attribuita.

INSEGNATE CHE USA VIOLENZA REITERATA

La Cassazione penale con la sentenza n. 40959/2017 ha affermato che l'insegnante che usa sistematicamente la violenza risponde di maltrattamenti anche se il fine è educativo e non di abuso dei mezzi di correzione. La Corte precisa, infatti, che con riguardo ai bambini il termine "correzione" va assunto come sinonimo di educazione, e che, in ogni caso, non può ritenersi tale l'uso della violenza finalizzato a scopi educativi.

REATO DI STALKING E SOCIAL NETWORK

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 25940 ha affermato che il soggetto attivo che destabilizza il soggetto passivo con condotte reiterati e costanti consistenti nell’indebito accesso negli account email e social network, è perseguibile per il rato di stalking. Infatti, la posta elettronica e i social media rappresentano una componente della vita quotidiana di ciascuna persona. Ricevere, pertanto, continue e reiterate molestie in tali spazi virtuali determina senza ombra di dubbio una grave destabilizzazione della persona offesa.

VIOLENZA IN FAMIGLIA

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 45403/2016 affronta la questione della legittimazione a costituirsi parte civile del minore che abbia “solo” assistito alla consumazione del reato di violenza sessuale ex art. 609-bis, commessa nei confronti di una donna in stato di gravidanza (art. 609-ter co. 5-ter c.p.) e in presenza di un minore di anni 18 (art. 61 co. 11-quinquies). Attraverso l’introduzione di tale aggravante il legislatore ha voluto estendere la tutela penale anche a quei soggetti deboli ridotti – se non addirittura costretti – ad assistere ai reati indicati dalla norma. Pertanto, la Corte ritiene che possa considerarsi persona offesa dal reato anche il minore che ha assistito alla condotta violenta, «in quanto la configurabilità di detta circostanza aggravante determina una estensione dell’ambito della tutela penale».

REATO DI NEGAZIONISMO

La Camera ha approvato in via definitiva la modifica alla legge 654/75 in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale.iene così introdotto il comma 3-bis all’art. 3 l. 654/1975 (Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale), il quale dispone che si applica la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232..

LA COLPA LIEVE DEL MEDICO

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 23283 si è occupata nuovamente di colpa medica ed in particolare dell’art. 3 della legge 189/2012 (l. Balduzzi). In tale pronuncia la Corte ha segnato un distacco dall'orientamento sino ad oggi maggioritario. Partendo dal profilo intertemporale, la Cassazione richiama l'orientamento che ravvisa un'abolitio criminis parziale degli artt. 589 e 590 c.p., avendo l'art. 3 ristretto l'area del penalmente rilevante, e invoca di conseguenza l'applicazione dell'art. 2 co. 2 c.p. e l'efficacia retroattiva della legge Balduzzi. Pertanto, il giudice deve procedere d'ufficio all'accertamento del grado della colpa, nell'ambito dei "procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge, relativi ad ipotesi di omicidio o lesioni colpose ascritte all'esercente la professione sanitaria, in un ambito regolato da linee guida" . La conseguenza ultima, compendiata nel principio di diritto scolpito nelle conclusioni, è che "la limitazione di responsabilità, in caso di colpa lieve, può operare, per le condotte professionali conformi alle linee guida e alle buone pratiche, anche in caso di errori che siano connotati da profili di colpa generica diversi dalla imperizia".

NOVITA’ IN TEMA DI FURTO AGGRAVATO

Il cassiere dell’istituto di credito che, con movimentazioni fittizie, ponga in essere trasferimenti o prelievi di denaro dai conti correnti dei clienti, oppure che si impossessi del denaro contante che transita nella cassa, risponde di furto aggravato e non di appropriazione indebita, posto che egli di tali somme ha la mera momentanea detenzione senza alcun potere dispositivo, questo è il principio di diritto di cui alla sent. n. 10758/2016 Corte di Cassazione. La Corte giunge a tale conclusione ponendo l’accento sul rapporto che lega l’agente, e la res, specificando che il cassiere ha solamente una mera detenzione, peraltro, momentanea del denaro, senza alcun poter dispositivo

VIOLENZA SESSUALE TRA CONIUGI

Assolutamente conforme alla precedente giurisprudenza, la sentenza n. 9937/2016 della Corte di Cassazione che ha condannato un marito per violenza sessuale, lesioni e sequestro di persona in quanto ha costretto la moglie a salire in auto per giungere ad un luogo appartato ove l’ha costretta ad un rapporto intimo contro la propria volontà. Qualsiasi costrizione anche nel rapporto coniugale è violenza sessuale.

RESPONSABILITA’ DEL PORTALE ONLINE

Il Tribunale di Belluno nella sentenza n. 759/2016 ha condannato il gestore del portale informatico per diffamazione online, realizzata attraverso la pubblicazione di un post offensivo all’interno di un forum da parte di un utente anonimo. La sentenza è importante in quanto è una delle prime che configura una responsabilità penale in capo all’amministratore del forum per un commento di un utente anonimo. In tale caso il Tribunale ha ritenuto sussistere il reato di diffamazione aggravata nella forma del dolo eventuale in quanto l’amministratore pur se reso edotto di tale circostanza ha posticipato il suo intervento di rimozione.